22 Novembre 2060, giorno della festa di Santa Cecilia. Santa e Protettrice della musica. Friscalettu, Marranzano e Flicorno si trovavano a Palermo da un sacco di anni. Sono rimasti esposti in una specie di vetrina per decine di anni in un negozio di strumenti musicali Matilde Sacco. Trattati come strumenti musicali dimenticati da tutti. Friscalettu è il più vecchio dei tre amici, è fatto da un tubo di canna, è abbastanza corto, ha 7 fori anteriori e 2 posteriori e un beccuccio attraverso il quale può cantare in modo squillante e allegro [musica con Friscalettu]
Marranzano è fatto di metallo, ha un aspetto piuttosto particolare, è come se fosse formato geometricamente da un cerchio e da un rettangolo dove passa una linea spessa di ferro che, se fatta vibrare, emette una voce monotona. Quasi lamentosa, annoiata e rauca. [musica con marranzano]
E infine c’è Flicorno, il più giovane dei tre. È fatto di ottone che non è più lucido come un tempo ed è abbastanza stonato. [musica con Flicorno] Ora raccoglie macchie di muffa verde e non ha più il suo unico pistone.
Friscalettu ad un tratto disse ai suoi due amici “avete sentito della festa della musica siciliana, che la città di Palermo ha organizzato in occasione della festa di Santa Cecilia? Ne parlava poco fa il cassiere con un cliente”
“No, io preferisco dormire, ormai mi sta annoiando questa vita ripetitiva. Non mi sento più com’ero prima da ragazzo, mi sento vecchio” disse Flicorno.
“Ah, anche io ne ho sentito parlare, sembra interessante”. “È assolutamente interessante, in pratica è una specie di parata, un raduno delle associazioni musicali più importanti della Sicilia, bande musicali e gruppi folcloristici. Come i vecchi tempi. Questa è un’opportunità per far riscoprire quelle che sono le vecchie tradizionali musicali della nostra Sicilia. Immaginate le bande musicali che suonano le più belle marce della nostra Sicilia, e i famosi ballabili, i gruppi folcloristici che cantano allegramente le vecchie canzoni siciliane e le serenate dal seno delle piazze. Non vi sembra tutto così spettacolare e allo stesso tempo nostalgico”?
“Vero mi salgono in mente bei ricordi di quando eravamo piccoli”.
“Scappiamo da questa noiosa vetrina, non ne posso più.”
“Allora andiamocene, questa è l’unica possibilità per lasciare questa vita sedentaria e noiosa” dichiararono tutti e tre. Così, all’ora di pranzo, prima che riaprisse il negozio i tre amici scapparono a gambe levate uscendo dalla vetrina e andando verso il centro storico.
Il grande evento si teneva di pomeriggio alle 16.00 fino a tarda sera; quindi avevano tutto il tempo che volevano per godersi quella magnifica giornata. Già quando arrivarono davanti Teatro Massimo, a Piazza Verdi, iniziarono a vedere un sacco di musicisti, che facevano via vai per il centro storico.
“Ecco, si iniziano a vedere le prime bande musicali, le più importanti della Sicilia, l'A.C.AM. Giuseppe Verdi di Ciminna, la Antonio Marinuzzi di Palermo, la Pietro Mascagni di trapani, la Banda Miraglia di Acireale, le due di Baucina e tante altre. Tutte provenienti dalle varie province della Sicilia. I tre compagni non credevano ai loro occhi.
Poi iniziarono a venire tutti i gruppi folcloristici. C’era un sacco di folla. Molti musicisti già si riscaldavano per essere pronti a suonare. Tutti avevano delle facce sorridenti e gioiose, non c’era nessuno triste.
Friscalettu, Maranzano e Flicorno andarono verso Piazza Ruggero VII per vedere cosa succedeva là. Anche li c’erano un sacco di bandisti, tutti che parlavano e scherzavano. Tutti indossavano una camicia, bianca o azzurra con spalline, una cravatta, dei jeans scuri, una cintura, un berretto, una giacca, e tutti portavano un borsello per metterci dentro libretti da banda.
Poi, c’erano i vari gruppi folcloristici. I componenti maschi vestivano una camicia bianca di cotone, gilè a coste di velluto nero con bottoni neri e una fibbietta posteriore, un fazzoletto rosso messo sul collo, dei pantaloni a coste di velluto neri, dei pellicci di anocausi lunghi fino alle ginocchia con delle aperture ai lati ai quali è abbinata una fascia di lana in vita di colore rosso. Indossavano scarpe basse nere e a punta rotonda. Alcuni portavano anche sulla testa una coppola nera di velluto.
Invece, la maggior parte delle femmine indossavano una gonna lunga di broccato rosso, un grembiule di cotone bianco, dei mutandoni che coprono le gambe fino alle ginocchia, delle calze di lana, un paio di scarpe di plenera con punta leggermente arrotondata, un gilè nero di velluto ed infine la testa era coperta da un fazzoletto che serve per raccogliere i capelli. Tutto ciò cominciava a rievocare nei tre amici un senso di gaiezza, di gioia nostalgica. Insomma, iniziavano a riassaporare i vecchi ricordi.
Erano le 15.50, a quel punto si accorsero che fra dieci minuti cominciava l’evento, quindi, iniziarono a camminare verso Piazza Verdi. La piazza era stracolma di gente, tutti erano con le orecchie tese ad ascoltare e gli occhi pronti ad osservare e guardare.
Inoltre, sulla scalinata del teatro era stato dipinto un palcoscenico dove si saranno esibiti i gruppi musicali.
Ed ecco che comincia l’evento, tutti i musicisti sono pronti, dopo una breve presentazione ecco che sale la prima banda musicale sul palco. Tutto è pronto, leggii, luci e tanta voglia di suonare. Ecco che suonano le marce sinfoniche più belle conosciute in tutta la Sicilia: Cuore Mirtese, Cuore Abbruzzese, A Tubo, Santa Cecilia, Anima Festosa, L’Igunziana, L’Orientale, Squinzano, Alba di Primavera, Mille in Fiore, Afrodite, Cuore Siciliano, Inglesina, e tantissime altre. Tutte suonate con fervida passione.
Friscalettu, Maranzano e Flicorno gioivano nel mentre. Avevano le facce incantate da quella musica. Dopo ovviamente si sono esibite tutte le altre bande musicali. Quasi 3 ore di concerti però l’evento non finiva lì. Ora sul palco sono salite d’uno ad uno i vari gruppi folcloristici Siciliani.
Trasmettevano un senso di allegria assurdo attraverso la danza e il canto. Veniva proprio voglia di ballare, e così fu. I tre amici, presi dalla felicità iniziarono a ballonzolare. Tarantelle, valzer, mazurche, ballabili, serenate, canti. Poi hanno iniziato a cantare i brani in dialetto siciliano più famosi, Si Maritau Rosa (Si è sposata Rosa), Terra Ca Nun Senti (Terra che non sente), A Luna Ammenzu U’ Mar (La Luna In Mezzo Al Mare), Ciuri Ciuri (Fiori Fiori), Vitti Na Crozza (Ho visto un teschio), Mi Votu e Mi Rivotu (Mi Volto e Mi Rivolto), U Sciccareddu (L’Asinello) e tanti altri. Tutti cantati con ritmo e movimento.
Tra l’altro alcune canzoni che avevano cantato erano di Rosa Balistreri, una cantante Siciliana famosa in tutta l’isola.
Dopo che fini l’evento, si radunarono nella piazza aperta un sacco di bandisti e ballerini dei gruppi folchi. Tutti per ballare e suonare i tipici ballabili Siciliani. C’era chi improvvisava, chi fischiava, e per di più il pubblico si uni a loro ballando liberamente.
All’inizio Flicorno e Maranzano erano perplessi e dubbiosi, ma dopo Friscalettu disse “eddai, su! Non siate così timidi, uniamoci a loro, balliamo, suoniamo e così fu. I tre vecchi amici formarono un cerchio di gente dove loro al centro suonavano. Impressionarono tutti, grandi e piccini con la loro maestria e con la loro tecnica impeccabile.
Era una fonte di allegria per tutti in quel momento. Ma ad un tratto successe qualcosa: i tre amici si ritrovarono insieme in un pensiero, un flashback mentale. Si trovavano nella vecchia Palermo di circa cento anni fa, erano molto più giovani rispetto ad ora. Erano dei giovanotti in pratica.
Friscalettu e Maranzano suonavano attivamente insieme al gruppo folcloristico Val Paradiso di Naro un Paese vicino a Agrigento, mentre Flicorno suonava insieme a una banda musicale. I due gruppi musicali erano vicini tra loro e fu la che tra amici ebbero l’opportunità di conoscersi e lì strinsero una forte amicizia.
Quel ricordo fece trasalire loro un senso di nostalgia dei vecchi tempi, un po' di malinconia ma anche felicità, spensieratezza e tanta voglia di suonare senza sosta. Erano così felici quando ricordarono quel ricordo ormai impolverato dal tempo. A tal punto da suonare con una potenza e una maestria che non avevano mai provato in vita loro. Quando finirono di suonare virtuosamente il pubblico che li circondava li applaudirono con tanto orgoglio.
Friscalettu, Maranzano e Flicorno in quell’istante erano contenti della propria terra, la Sicilia, erano orgogliosi della sua musica. Una musica che vivrà per sempre.